- Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini.
Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.
Che cosa lo teneva legato?
Chiesi in giro a tutte le persone che incontravo di risolvere il mistero dell’elefante. Qualcuno mi disse che l’elefante non scappava perché era ammaestrato… allora posi la domanda ovvia: “Se è ammaestrato, perché lo incatenano?”. Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.
Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto. Per mia fortuna qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato tanto saggio da trovare la risposta: l’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.
Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato ad un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza.
L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare… non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza… mai più! -
Questa storia, narrata da Jorge Bucay nel suo libro "Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere", spiega molto bene la teoria dell'impotenza appresa formulata dallo psicologo statunitense Martin Seligman.
Secondo la teoria di Seligman, quando gli individui sono costantemente esposti a situazioni di stress e di fallimento, possono sviluppare una sorta di impotenza acquisita, ovvero una convinzione che non esiste un modo per superare le difficoltà.
Proprio come è successo all'elefante del circo, che ha imparato che, nonostante la sua forza, non era in grado di liberarsi dalla catena e dal paletto. Questo gli ha fatto sviluppare una sorta di impotenza appresa, che lo ha portato a rassegnarsi alla sua condizione di prigioniero.
Questo può succedere anche agli esseri umani. Spesso, infatti, le persone che hanno subito molte delusioni o hanno affrontato situazioni difficili possono sviluppare una sorta di rassegnazione, perdendo la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.
Pensa per esempio ad una persona che ha provato più volte a cercare lavoro, ma ha sempre ricevuto risposte negative. Se questa situazione si ripete molte volte, la persona potrebbe sviluppare una sorta di impotenza appresa, ovvero una convinzione che non esiste un modo per trovare un lavoro. Questo potrebbe portarla a rinunciare a cercare nuove opportunità, poiché pensa che sarà sempre destinata a fallire.
Un altro esempio potrebbe essere quello di una persona che ha provato più volte a perdere peso, ma senza successo. Se questa situazione si ripete molte volte, la persona potrebbe convincersi che non esiste un modo per perdere peso. Facilmente la persona rinuncerà a cercare di dimagrire, poiché penserà che sarà sempre destinata a fallire.
Tuttavia, è importante ricordare che la convinzione di impotenza può essere superata, ed è possibile ritrovare la fiducia in sé stessi e nelle proprie abilità.
Spesso quando pensiamo "non posso", "non ce la faccio", come l'elefante della storia, siamo incatenati al paletto delle nostre credenze e convinzioni limitanti che non ci permettono di accedere alle nostre risorse interiori. Ci sentiamo impotenti di fronte alle difficoltà e ci rassegniamo al nostro destino senza neanche provare a lottare.
Ma non dobbiamo permettere che le nostre esperienze passate e le nostre credenze limitanti ci impediscano di sfruttare il nostro pieno potenziale.
Se ti trovi in una condizione in cui credi di non potercela fare, metti subito in discussione questa credenza, perchè potrebbe essere solamente una questione di impotenza appresa.
Come fare?
Riconosci la credenza limitante: è necessario identificare la credenza che ti sta impedendo di agire o di raggiungere i tuoi obiettivi. Spesso queste credenze si manifestano sotto forma di pensieri negativi come "non sono abbastanza bravo", "non sono all'altezza" o "non ce la farò mai".
Analizza la credenza: una volta identificata la credenza, è importante analizzarla criticamente e metterla in discussione. Si possono fare domande come "questa credenza è vera?", "è una credenza che mi aiuta o mi limita?" e "quali sono le prove a sostegno di questa credenza?".
Sostituisci la credenza con un pensiero costruttivo: una volta messa in discussione la credenza limitante, è possibile sostituirla con un pensiero più positivo e costruttivo. Ad esempio, invece di pensare "non sono abbastanza bravo", si può pensare "sto facendo del mio meglio e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo".
Prova e sperimenta: per superare l'impotenza appresa è importante sperimentare e mettersi alla prova. Cerca di fare cose nuove, prova a superare le tue paure e i tuoi limiti e impara dai tuoi errori.
Ti possono essere d'aiuto anche alcuni Fiori di Bach:
Gentian: ti aiuta a superare la delusione e la frustrazione quando incontri ostacoli sul tuo cammino, rafforzando la fiducia e la determinazione necessarie per far fronte alle sfide della vita.
Gorse: ti aiuta a non arrenderti davanti alle difficoltà. Ti dona speranza e rinnova la fiducia in te stesso e nelle tue capacità, fornendoti una spinta di energia e di motivazione per riprendere il controllo della tua vita e superare le difficoltà.
Larch: ti aiuta a credere di più in te stesso e ad avere la forza necessaria per abbattere quei paletti limitanti che ti imprigionano in limiti che tu stesso hai creato.
In conclusione, l'impotenza appresa è un fenomeno che può limitare la tua vita in molti modi. Ma, se impari a riconoscerla e a superarla, puoi liberare il tuo pieno potenziale e raggiungere grandi risultati nella vita.
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