"Ogni scelta che noi compiamo, ogni decisione che ci conduce in una direzione piuttosto che in un’altra, rappresenta un’esperienza fondamentale per la nostra vita perché, assieme alle altre esperienze, formerà l’essenza della nostra personalità", sostiene Aldo Carotenuto, illustre psicoanalista.
Ma quando parliamo di personalità, a cosa ci riferiamo?
Personalità deriva dal latino persona, ovvero maschera. Si tratta della maschera che gli attori indossavano quando nei grandi anfiteatri, per farsi sentire meglio dal pubblico, parlavano attraverso una piccola fessura (per) che permetteva loro di diffondere meglio il suono (sona) della loro voce.
Secondo questa etimologia la personalità è quindi un'amplificazione delle caratteristiche del personaggio che l'attore rappresenta, ma allo stesso tempo anche l'interfaccia tra ciò che appare all'esterno e l'interiorità dell'individuo stesso.
Secondo le più recenti definizioni, la personalità consiste in un'organizzazione tendenzialmente stabile di schemi cognitivi, emotivi e sociali, che si delinea attraverso l'interazione di componenti biologiche, psicologiche e sociali.
In psicologia sono stati delineati diversi modelli di personalità e comportamento, indicati con le lettere dell'alfabeto A, B, C, D.
Negli anni ottanta, nell'ambito delle ricerche sul cancro, è stato delineato il modello comportamentale di tipo C, definito anche "cancer-prone behavior", per la significativa connessione tra uno specifico tipo di comportamento e il cancro.
Questo modello di personalità è caratterizzato da accondiscendenza, conformismo, passività, scarsa assertività, inibizione e tendenza a reprimere le emozioni, in particolare rabbia e aggressività.
Le persone che rispecchiamo il modello comportamentale di tipo C, tendono ad essere pazienti, passivi, rinunciatari, tendenzialmente tristi e con obiettivi modesti. Sono quelle persone che si mettono sempre all'ultimo posto, perchè tutto il resto viene sempre prima di loro.
Se sottoposte a stress, difficoltà, situazioni problematiche, queste persone tendono ad adottare meccanismi di difesa come la repressione di emozioni spiacevoli, l'evitamento di situazioni che potrebbero provocare disagio e spesso anche la negazione dei problemi.
Ma qual è la relazione tra la personalità di tipo C e il cancro?
Lydia Temoshok, psicologa riconosciuta a livello nazionale nel campo della medicina comportamentale, dell'oncologia psico-sociale e della ricerca su HIV e AIDS, ha condotto uno studio nel contesto della malattia oncologica, riscontrando a seguito di numerose interviste, un modello di comportamento sorprendentemente simile tra i pazienti ammalati di cancro.
Questi pazienti si ponevano in modo straordinariamente gentile e la loro preoccupazione per la progressione della malattia era più rivolta alle conseguenze che questa situazione generava sulle loro famiglie che per loro stessi.
La loro tendenza era quella di accondiscendere e accontentarsi e cercavano in tutti i modi di essere accettati dagli altri.
Così li descrive la Temoshok: "I pazienti affetti da melanoma riuscivano a tenere sotto controllo i loro sentimenti. Non hanno mai espresso rabbia e raramente hanno riconosciuto la paura e la tristezza. Mantenevano una 'facciata' di piacevolezza anche nelle circostanze più dolorose o aggravanti e si sforzavano eccessivamente di compiacere le persone a cui tenevano, di compiacere le figure di autorità e persino gli estranei”.
Nei suoi studi la Temoshok ha osservato una forte correlazione tra questo tipo di personalità e lo sviluppo e la progressione del cancro e pertanto ha affermato che “Il comportamento di tipo C è una versione estrema dei metodi di coping che molti di noi impieghiamo: noi piacciamo agli altri, neghiamo i nostri veri sentimenti e ci conformiamo agli standard sociali. Ma il mio studio sui pazienti con melanoma mi ha portato a prove convincenti che la nostra salute fisica è compromessa quando reprimiamo cronicamente i nostri bisogni e sentimenti per adattarli agli altri. Sono stata in grado di trovare prove che questo stile di coping indebolisce le nostre difese immunitarie e ci rende più vulnerabili alla progressione del cancro”.
Ciò che in sintesi la Temoshok ha scoperto è una profonda relazione tra le emozioni represse e l'indebolimento del sistema immunitario. Un sistema immunitario deficitario, rende dunque vulnerabile l'organismo a patologie come il cancro.
E' possibile cambiare la propria personalità?
"Io sono fatto cosi, non ci posso fare niente" sento spesso dire.
Anche se pensiamo di essere sempre gli stessi e nonostante diverse teorie psicologiche affermino che i tratti della personalità si formino precocemente e rimangano stabili nel tempo, anzi, si crede che con il passare degli anni la struttura di personalità si irrigidisca diventando sempre più stabile, in realtà noi viviamo in continua evoluzione.
La personalità non è un qualcosa di statico e immutabile, bensì si può modellare a seconda degli stimoli esterni e di tutto ciò che ci circonda.
Le nostre caratteristiche non sono infatti impossibili da modificare, anzi, se lo vogliamo, abbiamo la possibilità di trasformare quei tratti che non sono funzionali, è una semplice questione di volontà e impegno con se stessi.
Se si è disposti a farlo, cambiare si può.
E in questo ci vengono in aiuto i Fiori di Bach:
Agrimony - La caratteristica dominante della personalità di tipo C, secondo la Temoshok, è la mancata espressione delle emozioni. Una persona di questo tipo non permette che affiori nessun sentimento negativo, al contrario, per questa persona è importante soltanto mostrarsi amabili. L'essenza floreale di Agrimony favorirà il riconoscimento, l'ascolto e l'espressione sana delle emozioni represse, negate, inascoltate.
Centaury - Tipico di questo tipo di personalità è il disconoscimento dei propri bisogni a favore dei bisogni degli altri. L'accondiscendenza fa da padrona e rispondere alle richieste altrui è all'ordine del giorno. L'essenza floreale di Centaury aiuta a sviluppare la consapevolezza dei propri bisogni e la capacità di essere più assertivi.
Holly - La Temoshok ha messo in evidenza come la repressione dell'emozione della rabbia si pone come meccanismo primario di difesa psicologica nei malati di cancro. L'essenza floreale di Holly aiuta a non reprimere la rabbia, che altrimenti finirebbe per implodere in modo auto-distruttivo, ma ad esprimerla nel modo più appropriato.
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