Di recente ho visto "Maleficent", film della Disney di cui la vicenda di Malefica, la protagonista, mi ha ricondotto alla figura di Medea: una figura complessa che, collocata nel tempo mitico, quel tempo al di fuori del tempo, è un esempio di attualità del mito.
Infatti, il personaggio di Medea, che di primo acchito può risultare inquietante, in realtà si presta a molteplici interpretazioni. Così come la tragedia che la vede protagonista.
La tragedia di Medea è sempre attuale, in quanto tratta tematiche tutt'ora presenti, come il rapporto uomo-donna, il rapporto con l'altro e con il diverso, il rapporto con la propria ombra.
Tali tematiche sono presenti in chiave più semplice anche nel film disneyano, in cui Malefica, come Medea, scottata da un'esperienza d'amore fatta di disillusione e tradimento, semina il male non per principio, ma per vendetta.
Malefica, la più potente delle fate, addolorata per la perdita del suo amato, delusa e infuriata brama vendetta diventando così una malvagia strega che lancia un potentissimo maleficio sulla figlia dell'uomo che l'ha tradita e ferita.
Entrambe, sia Malefica che Medea, utilizzano il loro potere magico per vendicarsi.
Un "potere magico" che fin dall'antichità è stato attribuito alle donne, ma allo stesso tempo anche temuto. Le donne che possedevano i segreti della magia erano infatti temutissime, perchè ritenute molto pericolose, in quanto conoscevano i segreti per fare i pharmaka, che potevano essere si delle medicine, ma anche dei veleni.
E dunque il potere magico poteva essere utilizzato a scopo benefico o malefico.
I miti, le fiabe, i simboli, parlano alla nostra parte più profonda, aiutandoci ad addentrarci nelle nostre zone più oscure per poterle così illuminare della luce della consapevolezza.
E attraverso il mito di Medea e la storia fantastica di Malefica, possiamo più facilmente illuminare quelle zone d'ombra che a volte più o meno consapevolmente ci portano ad utilizzare malamente il nostro potere femminile e la nostra energia.
Per portare queste figure simboliche nel nostro quotidiano, non occorre essere "streghe assassine", come dicevo all'inizio, il personaggio di Medea si presta a svariate interpretazioni, pertanto ogni donna lo può interpretare a modo suo, vivendolo con la propria sfumatura.
Possiamo infatti trovare l'aspetto ombroso di Medea, o se preferiamo di Malefica, ogni volta che ci sentiamo tradite o ferite e desideriamo ardentemente vendicarci in modo più o meno manifesto, ma anche quando, per esempio durante una separazione dal partner, utilizziamo i nostri figli accattivandocene la simpatia e mettendoli contro il padre, o anche quando, consapevoli del nostro potere, lo utilizziamo in modo non etico, bensì per i nostri scopi, pur sapendo di nuocere agli altri.
Nella storia disneyana, Malefica entra in contatto con la sua parte ombrosa, la illumina grazie al "vero amore" verso la figlia dell'uomo da cui era stata ferita, e la trascende.
Medea aiuta a far luce sull'uso che ne facciamo del nostro potere, che in un certo senso possiamo anche definire "magia", in quanto ogni nostro gesto, parola, azione, influisce non solo su noi stesse, ma anche sugli altri, con il nostro potere noi possiamo sempre distruggere o creare.
L'essenza floreale di "Medea" ci permette di entrare in contatto con questo archetipo per portare luce nelle nostre zone d'ombra e utilizzare la nostra "magia" per il bene nostro e degli altri.
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