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  • Immagine del redattoreDaniela Grossi

Liberati dalla trappola della sottomissione


Tendi a voler compiacere gli altri?

Ti metti sempre all'ultimo posto?

Ti senti in qualche modo obbligato a dover soddisfare continuamente le esigenze degli altri?

Se la risposta è affermativa è probabile che tu sia vittima della "trappola della sottomissione".

Ma che cos'è una trappola?

E che cos'è la trappola della sottomissione?

J. E. Young, fondatore e direttore del Cognitive Therapy Center di New York, afferma che le persone possono nuocere a se stesse ripetendo schemi disadattivi, appresi durante l'infanzia, che lui definisce "trappole".

Si tratta, più precisamente, di modi di pensare, di sentire, di agire e di relazionarsi con se stessi e con gli altri, che si sono formati in momenti cruciali dello sviluppo e rafforzati nel tempo, così da diventare parte integrante di se stessi.

Diverse sono le trappole in cui possiamo essere rimasti intrappolati, il guaio è che ognuna di queste trappole determina, in modo più o meno consapevole da parte nostra, il nostro modo di pensare, di sentire, di agire e di relazionarci con gli altri.

La trappola della sottomissione limita fortemente l'espressione di sè e la libertà di esprimere la propria personalità con i propri bisogni e sentimenti.

Come riconoscere se si è intrappolati nella trappola della sottomissione?

Tre sono i segnali indicati da Young:

  1. L'essere estremamente servizievole: mossi dal desiderio di voler accontentare tutti, si tende ad occuparsi degli altri senza considerare se stessi e le proprie necessità.

  2. Il comportamento eccessivamente inibito e controllato: la tendenza è quella di non far trasparire nessuna emozione, reprimendo così le reazioni spontanee agli eventi.

  3. La rabbia inespressa: il fatto di non riuscire a esprimere pienamente se stessi e il continuo assecondare le aspettative altrui, porta con sè una buona dose di rabbia che, a causa del comportamento eccessivamente inibito, non ha possibilità di essere espressa adeguatamente.

Cosa succede quando si è intrappolati nella trappola della sottomissione?

Innanzitutto alla base della sottomissione c'è la convinzione, più o meno consapevole, di dover compiacere gli altri. Tutti gli altri, tranne che se stessi.

Così l'atteggiamento sarà estremamente accondiscendente, accomodante, servizievole, mosso dalla volontà di conquistare l'approvazione degli altri e di voler piacere a tutti.

Se non si è consapevoli della trappola, è facile considerare questo atteggiamento come un pregio e così ritenersi persone con cui è facile andare d'accordo, sempre ben disposti ad aiutare gli altri e capaci di adattarsi a persone e situazioni. Allo stesso modo ci si può sentire orgogliosi di essere utili agli altri e di ascoltare i loro bisogni.

E' vero che questi sono pregi, tuttavia, il punto debole è che in questo modo si perdono di vista i propri bisogni e desideri e non si fa nulla per soddisfarli.

Chi è dentro la trappola della sottomissione non lotta per ottenere ciò che vuole perchè ritiene che i propri desideri siano poco importanti.

Il fatto di dover anteporre sempre i bisogni degli altri ai propri, può far nascere un sentimento di rabbia, che però viene subito messa a tacere dal senso di colpa che si prova per aver anteposto, anche solo con il pensiero, se stessi agli altri.

Di conseguenza non si agisce per difendere i propri diritti e correggere la situazione, ma siccome si crede che sia sbagliato manifestare agli altri ciò che si prova, si finisce col negare e reprimere tali sentimenti perpetuando l'atteggiamento di sottomissione.

E' un circolo vizioso che si auto-alimenta.

Se ti riconosci in questa trappola, come puoi fare per uscirne?

Innanzitutto sappi che il senso di colpa è ciò che mantiene in vita la trappola. La convinzione che sia sbagliato esprimere i tuoi bisogni è proprio ciò che ti mantiene dentro la trappola. E qui il fiore di Bach Pine ti può aiutare.

L'essenza floreale Pine ti aiuterà a comprendere che non vi è nulla di sbagliato nell'esprimere agli altri i tuoi bisogni e la tua visione delle cose.

L'atteggiamento compiacente ha le sue origini nell'infanzia e si può riassumere con la credenza errata che "se faccio ciò che si aspettano da me, allora mi vorranno bene, mi ameranno". Inizia all'interno della famiglia per poi allargarsi anche agli altri contesti.

Ma se quando eri piccolo la tua sottomissione era involontaria perchè davanti agli adulti eri inerme e dipendente e quindi, dato che non potevi difenderti da una minaccia o da una punizione, la sottomissione ha avuto una funzione adattiva, ora da adulto non sei più nè inerme, nè dipendente, pertanto puoi cambiare le cose.

Centaury è il fiore di Bach numero uno per la trappola della sottomissione.

Questa essenza floreale ti motiverà a diventare più assertivo e a correggere la situazione.

Fintanto però che non sarai diventato più assertivo, la rabbia continuerà ad essere un problema per te, anche se non sempre sei consapevole delle sue conseguenze dannose. In realtà la rabbia ha la funzione di segnalarti che qualcosa non va: un possibile comportamento scorretto della persona con cui ti relazioni, un'eccessiva frustrazione dei tuoi bisogni, l'essere considerato meno importante degli altri, ecc. Ascoltare questa emozione senza soffocarla ti permetterà di difendere i tuoi diritti e manifestare ciò che provi.

Con Holly si completa la triade dei fiori di Bach per la trappola della sottomissione.

Questa essenza favorirà l'espressione sana della rabbia, ti permetterà di imparare ad usare la rabbia in modo appropriato e costruttivo aiutandoti ad esprimere il tuo punto di vista con fermezza e fiducia in te stesso.

Oltre ai rimedi floreali, vorrei anche suggerirti un esercizio proposto da Young, che ho trovato particolarmente efficace, per uscire dalla trappola della sottomissione e sviluppare un atteggiamento più assertivo.

L'esercizio ha lo scopo di sviluppare una maggiore padronanza di sè e di modificare il modo di entrare in relazione con gli altri.

  1. Per prima cosa fai una lista in cui descrivi situazioni in cui ti sottometti: per esempio, quando esco con Mario sceglie sempre lui il ristorante dove andare a mangiare, quando mia moglie mi critica davanti ad altri mi sento molto in imbarazzo e non riesco a reagire, quando la mia collega mi chiede di aiutarla e mi fa svolgere il lavoro di sua competenza non riesco a dirle di no, ecc.

  2. Ora, fai un elenco di ciò che puoi compiere per liberarti dalla sottomissione: per esempio: la prossima volta che esco con Mario scelgo il ristorante dove andare a mangiare, spiegherò a mia moglie cosa provo quando mi critica in presenza di altre persone, dirò alla mia collega che se ha bisogno posso aiutarla, ma non posso svolgere il lavoro per lei, ecc.

  3. Assegna ora un punteggio alle singole voci del tuo elenco, in base al grado di difficoltà che ogni singola voce ha per te. Utilizza la seguente scala: 0 molto facile; 2 poco difficile; 4 abbastanza difficile; 6 molto difficile; 8 sembra quasi impossibile.

  4. Adesso inizia a lavorare su ogni singolo punto del tuo elenco iniziando da quelli più facili, ovvero quelli con il punteggio più basso, aumentando gradualmente il livello di difficoltà.

  5. Dovrai completare ogni singolo passo senza lasciarti sviare dalla trappola della sottomissione.

Con questo esercizio puoi creare quel circolo virtuoso che ti aiuterà ad uscire dalla tua trappola. L'esercizio può diventare semplice e motivante se inizierai dalle cose più piccole e semplici. Come dice Henry Ford "niente è davvero difficile se lo si divide in tanti piccoli pezzettini."

Vuoi approfondire l'argomento e sapere quali sono le altre trappole?

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