Ripetersi "non ce la farò mai" oppure "sono certo che ce la farò" può fare un'enorme differenza nel tuo presente e nel tuo futuro.
Questione di autostima?
In parte si, ma soprattutto di senso di autoefficacia.
Autostima e autoefficacia, anche se vanno di pari passo, sono in realtà due concetti diversi. Nel senso comune si tende ad attribuire la sfiducia in se stessi, la paura di non farcela, gli insuccessi, alla mancanza di autostima, ma davanti alle sfide che ognuno di noi si trova ad affrontare ogni giorno, una buona autostima può si aiutare, ma da sola non è sufficiente.
Di fronte alle sfide della vita, e per sfide intendo l'uscire dalla propria zona di comfort, cioè fare quel passo in più, piccolo o grande che sia, che ci permette di crescere come persone, è importante credere che ne abbiamo le capacità.
Il concetto di autoefficacia è stato approfondito dallo psicologo Albert Bandura e consiste in un'autovalutazione della propria possibilità di riuscita in un compito specifico.
Per esempio, uno studente che non ama la matematica e non si percepisce efficace in questa materia, sa che quando svolgerà la verifica di matematica la sua prestazione sarà probabilmente scarsa.
L'autoefficacia dipende da diversi fattori, come le esperienze passate, le aspettative di riuscita, ma soprattutto dipende dall'esperienza di apprendimento diretta, cioè dall'acquisizione di nuove competenze impegnandosi in compiti di crescente difficoltà.
In altre parole, se lo studente dell'esempio precedente, nonostante la matematica non sia la sua materia preferita, decidesse però di impegnarsi nello studio cimentandosi in esercizi di graduale difficoltà, accrescerebbe sicuramente il suo livello di autoefficacia.
Infatti l'autoefficacia non è statica, può essere accresciuta grazie all'agenticità, altro concetto formulato da Bandura, che permette di essere parte attiva nella buona riuscita di un compito.
Una persona con un sano senso di autoefficacia confida nel fatto che impegnandosi può migliorare il suo livello di competenza, in quanto sa che almeno una parte della sua prestazione dipende dal suo impegno e non dalla fortuna o da altri fattori esterni, anche se potrebbero comunque influire.
L'agenticità presuppone un atteggiamento attivo, tipico della persona che sa che può avere il controllo, anche se non totale, sulla realtà e la fiducia nella possibilità di incidere sull'esito degli eventi impegnandosi, e non un atteggiamento passivo, rassegnato e sfiduciato.
La persona con elevata autoefficacia sa prevedere le sue prestazioni in un compito, poichè è consapevole delle sue risorse e dei suoi limiti, dunque comprende in quali attività può riuscire con successo e in quali rischia di fallire.
Ma come fare per valutare la propria efficacia?
La valutazione dell'autoefficacia dipende dalla consapevolezza di sè, dal livello di conoscenza di un compito e dal livello di competenza che si possiede e non riguarda la valutazione della propria intelligenza o del proprio valore.
L'autoefficacia, infatti, è più focalizzata e riguarda le abilità e il proprio funzionamento in un contesto. Lo studente dell'esempio può sentirsi poco competente in matematica, ma quella valutazione non riguarda la sua intelligenza o il suo valore.
L'autostima invece è il valore globale che la persona attribuisce a sè.
E' chiaro che autostima e autoefficacia vanno di pari passo e chi ha alti livelli di autostima tende ad avere anche maggiore fiducia in sè e nelle sue capacità di riuscita in specifici compiti.
Per fare un altro esempio, supponiamo che una persona voglia partecipare ad una competizione sportiva, dovrà valutare realisticamente se ha tutto ciò che le serve per affrontare la gara, come uno stato di buona salute, un buon livello di resistenza fisica, il tipo di allenamento richiesto, il grado di preparazione che già possiede, quali modalità di allenamento seguire e via dicendo.
Come puoi ben capire, la valutazione della propria efficacia, la possibilità di affermare "sono certo che ce la farò" piuttosto che "non ce la farò mai", non è una valutazione globale del proprio valore. Se pensi di non essere capace in un compito, non è che non lo sarai mai, al contrario, se ti impegni, proprio perchè hai conoscenza delle tue capacità, puoi migliorare il tuo livello di competenza impegnandoti in quel compito.
E ciò accresce non solo il senso di autoefficacia, ma anche l'autostima. Le azioni che farai ti premieranno e si creerà così un circolo virtuoso che aumenterà la fiducia in te stesso.
Un fiore di Bach e un fiore australiano per aiutarti ad accrescere autostima e autoefficacia.
Larch (Fiori di Bach): ti aiuterà a comprendere che sostanzialmente con un'adeguata preparazione sarai capace di ottenere importanti successi personali e a trasformare così il pensiero da "non sono capace, non ce la faccio" a "ce la posso fare". In sintesi ti aiuterà ad accrescere il tuo senso di autoefficacia.
Five Corners (Fiori australiani): favorisce l'autostima, intesa come quel valore globale che noi attribuiamo a noi stessi. Ti aiuterà a riconoscere e a valorizzare la tua bellezza e il tuo valore, a stimarti ed amarti per la persona che sei e ad avere fiducia nelle tue potenzialità.
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