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  • Immagine del redattoreDaniela Grossi

Emozioni positive, negative e fiori di Bach


"Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni..." Cantava Battisti negli anni 70 facendoci emozionare con le sue canzoni.

Tutti proviamo emozioni, ma cosa sono le emozioni? E soprattutto, a cosa ci serve provare emozioni?

Tante sono le "teorie delle emozioni", nel corso dei secoli le emozioni sono state oggetto di studio di filosofi, medici, antropologi, psicologi, che hanno cercato di comprenderne il funzionamento.

Recentemente, Barbara Fredrickson, psicologa e docente universitaria, ha elaborato la "teoria dell'ampliamento e costruzione", distinguendo le emozioni in positive e negative.

Le emozioni positive sono caratterizzate da un pensiero flessibile, dinamico, creativo, e sono accompagnate da comportamenti di esplorazione. Le emozioni positive portano quindi ad aprirsi all'esperienza, al cambiamento, alla sperimentazione, e ampliano il focus attentivo.

Al contrario, le emozioni negative sono caratterizzate da pensiero rigido e da inibizione nell'azione. Tendono a bloccare la persona e a restringere il suo focus attentivo.

L'aggettivo "positivo" e "negativo" che la Fredrickson attribuisce alle emozioni non è un giudizio di valore, in quanto sia le emozioni positive che quelle negative hanno una funzione evolutiva e sono utili in egual maniera.

Di solito però, quando si presentano emozioni negative come la tristezza, la paura, l'ansia, la rabbia, la tendenza è quella di combatterle o sopprimerle, di cercare insomma di rimuoverle il più velocemente possibile, perchè dolorose e fastidiose.

La Fredrickson suggerisce invece di ascoltarle e rispettarle, perchè se sono comparse stanno svolgendo la loro funzione, cioè quella di segnalarci qualcosa di importante per noi, un pericolo, una perdita, un bisogno.

Se per esempio proviamo paura, questa emozione che ci provoca uno stato di allarme, sta svolgendo la sua funzione di protezione, ci sta segnalando qualcosa di pericoloso per noi, così come la tristezza ci può indicare la necessità di cambiare una situazione difficoltosa, e così via.

Le emozioni negative non si possono escludere ed è impossibile non provarle, sarebbe per noi controproducente perchè sono funzionali alla nostra sopravvivenza.

Pertanto per mantenere uno stato di benessere, non dobbiamo escludere le emozioni negative, perchè questo ci impedirebbe di individuare situazioni difficoltose e frustranti, ma ascoltarle e affrontarle nel modo più efficace.

Anche il dottor Bach la pensava allo stesso modo. Infatti alla base del suo sistema di cura con le essenze floreali, c'è l'idea che il nostro "star male", sia a livello fisico che emotivo, altro non è che un segnale che ci indica la necessità di intervenire per cambiare qualcosa nel nostro modo di comportarci, di pensare, di vivere la vita.

Per Bach il malessere ha una funzione correttiva: quella di riportarci sulla giusta via e facilitare la nostra evoluzione.

Per favorire il benessere psicofisico la Fredrickson suggerisce, non di combattere le emozioni negative, ma di incrementare quelle positive.

Se infatti aumentano le emozioni positive, aumentano anche i pensieri creativi, che promuovono a loro volta azioni esplorative, che producono risorse positive per se stessi e per gli altri. Insomma un circolo virtuoso costruttivo che si autoalimenta.

Allo stesso modo, la strategia terapeutica del dottor Bach era quella di "non combattere, ma trasformare".

Egli afferma che "il metodo ideale consiste non tanto nell'allontanare l'influenza avversa, quanto nell'attivare la virtù opposta; e, grazie a questa virtù, espellere il difetto".

A sua volta la Fredrickson ci stimola ad "attirare l’attenzione esplicita sul positivo e dimostrare che, quando facciamo qualcosa di più che guardare semplicemente all’assenza del negativo, si hanno grandissime intuizioni, di grande valore evolutivo”.

Ma in pratica, come possiamo fare per ampliare il ventaglio di emozioni positive?

Bach diceva che "il nostro obiettivo è capire i nostri difetti e tentare di sviluppare la virtù opposta, così che il difetto scomparirà da noi come la neve si scioglie alla luce del sole" e ancora suggeriva: "non combattete i vostri guai, non lottate contro la vostra malattia, non aggrappatevi alle vostre infermità, piuttosto dimenticatele concentrandovi sullo sviluppo della virtù di cui avete bisogno".

Bach ci invita all'ascolto interiore, all'ascolto delle nostre emozioni, non per combatterle, ma per comprenderle, per comprendere il messaggio che hanno per noi, per comprendere ciò ci vogliono comunicare. E da tale ascolto e comprensione sviluppare la qualità opposta al difetto, anzichè lottare contro la paura, sviluppare il coraggio.

In questo modo si realizza il potenziale positivo: lo stato limitante viene trasformato in un aspetto positivo.

E la Fredrickson a sua volta ci stimola a non accontentarci semplicemente "dell'assenza del negativo", ma ad ampliare le nostre possibilità di stare bene attraverso quell'atteggiamento positivo e propositivo che ci permette di fare emergere nuove risorse.

Il nostro atteggiamento deve dunque essere attivo, dobbiamo darci da fare per incrementare i momenti positivi, senza stare ad aspettare una giornata senza problemi per concederci di essere felici.

A favorire la capacità di ascolto delle nostre emozioni negative e ad ampliare il ventaglio delle emozioni positive ci possono venire in aiuto i Fiori di Bach.

I Fiori di Bach ci aiutano a correggere il difetto per trasformarlo in virtù. Ciò non significa che se ci sentiamo tristi e assumiamo Mustard magicamente la nostra tristezza scompare, bensì il rimedio floreale favorirà l'ascolto di quella tristezza per far sì che possiamo più facilmente coglierne il messaggio e accelerare la trasformazione di quello stato d'animo attraverso l'espressione della virtù opposta.

"Da principio questo può rivelarsi difficile - spiega Bach - ma soltanto da principio, perchè poi si constata con quanta incredibile rapidità può svilupparsi una virtù che riceve tutto il sostegno del cuore".

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