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  • Immagine del redattoreDaniela Grossi

Direzione benessere


"Si cura il malato non la malattia!" diceva nei primi anni del secolo scorso il dottor Edward Bach.

Fin dall'inizio della sua professione di medico all'ospedale di Londra, Bach si rese subito conto della meccanicità della pratica medica, di come l'attenzione fosse rivolta esclusivamente al sintomo fisico e trascurasse completamente lo stato d'animo e la personalità del paziente. Si accorse anche di come spesso la stessa patologia, curata allo stesso modo, con gli stessi farmaci, su più pazienti, procurasse risultati differenti e non sempre efficaci.

Bach notò anche come certi pazienti, animati da una forte volontà di guarigione, si ristabilissero più facilmente e in tempi più rapidi rispetto a quelli che invece subivano la malattia passivamente.

Queste osservazioni rafforzarono in lui la convinzione che ogni paziente fosse unico e che il malato dovesse essere curato nella sua totalità di corpo, mente e spirito, e non solo la malattia come sintomo del corpo.

Nel 1948 l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha sancito il cambiamento di paradigma nelle scienze mediche dal modello biomedico, a quello Bio-Psico-Sociale.

Se il modello biomedico si fonda sulla scissione cartesiana mente-corpo e la malattia si spiega unicamente sulla base di cause di natura organica, il nuovo modello biopsicosociale pone al centro l'individuo inteso come un sistema, dove le dimensioni biologiche sono modulate da quelle psicologiche e sociali.

Per l'OMS la salute si definisce come "uno stato di completo benessere, fisico, psichico e sociale, e non la semplice assenza di malattia", in cui per benessere fisico si intende stare bene fisicamente, benessere psichico significa stare bene con se stessi e infine benessere sociale indica lo stare bene con gli altri.

Pertanto ognuno di questi elementi contribuisce al pieno stato di salute.

Ciò significa che si può stare bene fisicamente, ma se non si sta bene con sè stessi o con gli altri, non si può affermare di avere uno stato di salute soddisfacente.

Pensiamo per esempio a persone che, pur non risentendo di particolari disturbi fisici o psichici, sono comunque insoddisfatte della loro vita, oppure persone che per motivi di natura familiare, economica, o sociale, vivono una condizione di persistente disagio. Possiamo facilmente comprendere che queste persone non si trovano nella condizione di "completo benessere" a cui fa riferimento la definizione di salute dell'OMS.

E oggi la psicosomatica e la psiconeuroimmunologia spiegano come questi fattori psicologici e sociali possano influire negativamente sul funzionamento del sistema immunitario, del sistema nervoso e su tutto l'organismo in generale, influenzando anche l'insorgenza e il decorso di gravi malattie.

Ma cosa mantiene in buona salute le persone nonostante gli eventi critici della vita?

La salute non è uno stato, ovvero una condizione stabile e definitiva, ma un processo e, in quanto tale, costantemente in divenire.

Ciò significa che ogni persona deve scoprire le proprie fonti di benessere e decidere che cosa occorre fare per conservare un buono stato di salute.

Coerentemente con il modello biopsicosociale, che focalizza la sua attenzione sugli individui che non contraggono malattie, ma che esprimono al massimo grado la salute, il sociologo Aaron Antonovsky ha individuato i fattori condivisi dalle persone che sperimentano benessere.

La domanda che Antonovsky si è posto è stata rivolta a quali sono le cause della salute e non quali sono le cause della malattia.

Da questo nuovo orientamento è nato il concetto di salutogenesi, che anzichè concentrarsi sulla malattia, si concentra sulla salute.

Se il dottor Bach si era accorto che le persone ammalate, animate da determinazione e motivazione a guarire, si riprendevano più facilmente e più velocemente rispetto a chi si sentiva vittima della malattia, Antonovsky afferma che il modo in cui una persona guarda la vita ha un'influenza positiva sulla salute.

E' pertanto importante assumere questo atteggiamento costruttivo per potersi attivare per "costruire" la propria salute.

Ogni giorno infatti, la vita ci presenta ostacoli e difficoltà che minano al nostro benessere e alla nostra salute, tuttavia la salute deve essere ricreata e mantenuta attraverso le sfide e il superamento quotidiano delle difficoltà.

Ma come possiamo affrontare e superare al meglio le difficoltà?

Ricorrendo ad una metafora, Antonovsky paragona la vita ad un fiume pieno di pericoli in cui noi nuotiamo. Secondo la prospettiva della salutogenesi, non si tratta di evitare di nuotare nel fiume, bensì di esplorare il fiume, individuarne i pericoli e migliorare le capacità di nuotare affinchè si possa acquisire maggiore sicurezza.

Attraverso la teoria del senso di coerenza, Antonovsky ci indica come affrontare al meglio le difficoltà che si presentano nel corso della vita.

Il senso di coerenza è caratterizzato da tre componenti: la comprensibilità, ovvero la capacità di comprendere ciò che ci sta accadendo; la gestibilità, cioè pensare di poter affrontare le difficoltà che si presentano; infine il significato, che si riferisce al dare un senso a ciò che ci succede e apprendere da tale esperienza.

Infatti la vita difficilmente procede in una direzione lineare e priva di ostacoli, lo stress è un elemento costitutivo della vita, non necessariamente negativo, poichè stimola il cambiamento.

Di fronte allo stress non è sufficiente adattarsi, occorre essere proattivi, impegnarsi non tanto a ridurre l'impatto degli imprevisti, per ristabilire l'equilibrio precedente, ma sfruttare gli imprevisti stessi come opportunità di crescita, per poi creare un nuovo equilibrio.

Lo stress dunque può diventare un momento di apprendimento, di riorganizzazione di sè e del contesto.

Così come i periodi di maggiore stress possono dunque rivelarsi momenti di apprendimento, anche la malattia, come spiega Bach, "esiste per farci abbandonare alcune azioni sbagliate; questo è il modo più efficace per armonizzare la nostra personalità con la nostra anima. In realtà dovremmo imparare la nostra lezione a livello mentale per risparmiarci il dolore fisico, ma molti di noi non ci riescono. Così ci viene inviata la malattia per accelerare la nostra evoluzione".

E ancora aggiunge: "Questo è il lavoro del medico: assistere il paziente verso quella meta, fornendo sostegno spirituale, fisico e mentale".

Con i rimedi floreali creati dal dottor Bach, ci si prende cura della persona nella sua indissolubile totalità di corpo, mente e spirito.

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